Voglio che tu sappia una cosa. Tusai com'è questa cosa: se guardo la luna di Cristallo, il ramo rosso del lento autunno alla mia finestra, se tocco vicino al fuoco l'impalpabile cenere o il rugoso corpo della legna tutto mi conduce a te, come se ciò che esiste, aromi, luce, metalli, fossero piccole navi che vanno verso le tue isole che m'attendono. Orbene, se a poco a poco cessi d'amarmi cesserò d’amarti a poco a poco. Se d'improvviso mi dimentichi. non cercarmi, chè già ti avrò dimenticata. Se consideri lungo e pazzo il vento di bandiere che passa per la mia vita e ti decidi a lasciarmi sulla riva del cuore in cui ho le radici, pensa che in quel giorno, in quell’ora leverò in alto le braccia e le mie radici usciranno a cercare altra terra. Ma Se ogni giorno, ogni sera senti che a me sei destinata con dolcezza implacabile se ogni giorno sale alle tue labbra un fiore a cercarmi ahi, amore mio, ahi mia, in me tutto quel fuoco si ripete, in me nulla si spegne né dimentica il mio amore si nutre del tuo amore, amata, e finché tu vivrai starà tra le tue braccia senza uscire dalle mie.
San Valentino, la festa degli innamorati e i proverbi di carnevale
Nel tardo Medioevo, quando il 14 febbraio corrispondeva in realtà alla fine del mese a causa,del calendario giuliano che anticipava rispetto all' anno solare, nacquero alcuni proverbi annunciare l'ormai vicina primavera. In questo periodo, la temperatura si è un poco intiepidita, gli uccellini cominciano a cantare sugli alberi e ad accoppiarsi sicché si diceva che «Per San Valentin la lodola fa il nido» e «Per San Valentino la primavera sta vicino». E siccome già fioriscono le siepi nei luoghi più riparati dalla tramontana, si coniò anche il proverbio: «Per San Valentino fiorisce lo spino». San Valentino fu un vescovo di Temi, martire a Roma nel 273 durante la persecuzione di Aureliano e sepolto nella sua città, in una basilica che ancora oggi è meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. Il suo culto si diffuse durante il Medioevo in Europa, fino in Inghilterra, grazie ai benedettini che officiavano anche la sua basilica. E fu proprio in Francia e in Inghilterra che, grazie a una coincidenza calendariale, sorse il suo patronato sui fidanzati e gli innamorati, sebbene Valentino non li avesse in alcun modo favoriti o protetti. Poiché, verso il 14 febbraio, gli uccellini cominciavano ad accoppiarsi, nacque il proverbio «A San Valentino ogni valentino sceglie la sua valentina» e insieme con il proverbio la festa dei fidanzati che in Inghilterra, fin dal secolo XV, iniziarono a scambiarsi bigliettini teneramente scherzosi. Siamo nel cuore del Carnevale che, cominciato secondò le zone o il 6 gennaio, all'Epifania, o il 17 gennaio, alla festa di Sant'Antonio abate, dura fino alla mezzanotte del martedì grasso nel rito romano e alla mezzanotte del sabato successivo in quello ambrosiano. Una volta per i contadini era un periodo in cui si poteva prevedere il tempo futuro. Si diceva: «Carnevale al sole; Pasqua al fuoco, Carnevale al fuoco, Pasqua al sole», dove il fuoco indicava il caminetto e in senso traslato il brutto tempo. Una previsione che si basava sull' esperienza perché sappiamo bene che, se l'inverno è asciutto e sereno, probabilmente nel periodo pasquale pioverà a dirotto o viceversa. Un altro proverbio invita a scambiarsi visite e inviti: «Carnevale in casa d'altri e Natale in casa tua». Chi invece non nuota in buone acque e non ha né tempo né voglia di ridere bofonchierà: «In Carnevale il povero a zappare». Ma vi è anche chi saggiamente non si lascia amareggiare dalle ristrettezze ed esclama: «Per Berlingaccio chi non ha ciccia ammazza il gatto». È un proverbio toscano dove Berlingaccio, che deriva dal tedesco antico bretling, tavola, è sinonimo di giovedì grasso, ma anche per estensione di persona grassa, allegra, bene in carne. Carnevale è poi tempo di follie, scherzi e qeffe che si devono accettare di buon grado, come afferma il proverbio: «Di Carnevale ogni scherzo vale». Sull' origine"e sul significato della parola numerose e çontrastanti sono le ipotesi. Secondo l'interpretazione più corrente deriverebbe 'dal latino ri1'édievale carni levamen, che significa «sollievo per la carne» e_dunque libertà temporanea concessa agli istinti più elementari. Vi è anche,chi ha un'altra teoria"che derivi da carnes levare, cioè«togliere le carni», o da carni vale!; «carne addio!», perché una volta in questo periodo si esaurivano in orge gastronomiche le ultime scorte di carni prima della primavera. Forse la prima ipotesi è la più esauriente poiché nell'immaginario medievale cristiano era la «carnalità» a trionfare prima della Quaresima,"periodo di purificazione e penitenza come preparazione alla Pasqua. Tuttavia il Carnevale è la reinterpretazione cristiana di una festa di passaggio da un anno all'altro, che si ritrova in varie tradizioni orientali e occidentali, dai Saturnalia romani alle bacchiche Antesterie greche sino alle feste che precedevano l'equinozio primaverile a Babilonia.
Scritto da Nith (del 26/02/2007 @ 19:56:52, in Arte Cultura, linkato 1601 volte)
Nel periodo invernale, che volge quasi alla fine, ci si rifugia volentieri in un cinema. Per scampare ad un acquazzone improvviso oppure perchè il film ci ha in qualche modo "stuzzicato". Sabato mattina mi sono andato a vedere "La vita segreta delle parole". Vedo volentieri dei bei film e sono appassionato di cinema d'autore, di film di qualità, a prescindere se siano leggeri o più impegnativi. Bè, non esagero se dico che La vita segreta delle parole, un film della regista Isabel Coixet, è veramente bello, ricco ed estremamente emozionante. La trama potete leggerla qui. Il titolo del film da anche il nome ad una bellissima iniziativa del Comune di Roma per i dieci anni di Biblioteche di Roma. Si tratta di una serie di appuntamenti, che vanno dal 20 febbraio fino al 25 maggio, in cui si vuole dare, attraverso la visione del film e non solo, al silenzio la valenza di "una culla", come riportato nell'opuscolo dedicato, e non di "un luogo di arresto", del lungo viaggio della parola. Le tappe fondamentali sulle quali si articola questo sentiero sono appunto silenzio, bene, empatia, dolore, allegria. Personalmente, in generale, non amo rivedere i film, invece questo si, è assolutamente da rivedere, da ripercorrere. Forse perchè inserito nel contesto di cui sopra, forse perchè sa emozionare e commuovere profondamente (parlo anche per gli altri spettatori della sala), forse perchè questo film è la rappresentazione di una capacità intrinseca dell'amore di rovesciare dei piani riportando l'armonia ed il fluire li dove le esperienze ed i relativi condizionamenti più forti hanno lasciato dei segni. Attraverso un processo ed una esperienza emozionale, affettiva e cognitiva reciproca che appunto ha la forza del mutamento. Buona visione!
"Ci auguriamo che questi nomi siano in grado di mettere in luce altri temi cruciali: passività, trauma …o ancora luce, giustizia, verità, ascolto" tratto dalla presentazione ufficiale del progetto.
Scritto da Nith (del 28/02/2007 @ 15:03:12, in Arte Cultura, linkato 1833 volte)
Uzumè che danza prende ispirazione da una storia narrata nell'antico testo giapponese Kojìki (Raccolta di antichi eventi)
La dea del sole. Amaterasu, offesa dal fratello, si rinchiuse nella caverna rocciosa e le divinità del cielo, preoccupate per il buio improvviso, affidarono a Uzumè, la danzatrice sacra, il compito di riportare il sole sulla terra. La danza di Uzumè suscitò l'ilarità delle divinità e la curiosità di Amaterasu, che dischiuse la porta della caverna e i suoi raggi tornarono ad illuminare il cielo. La danza ristabilisce l'equilibrio cosmico e consente di percepire le energie dell'universo; accompagnata dal canto e dalla musica è uno strumento rituale e cerimoniale capace di disperdere le illusioni nell'eterna lotta contro l'oscurità. Uzumè che danza è un omaggio all'energia femminile e alla simbologia solare delle diverse culture; dal Medio all'Estremo Oriente, dall'Africa all'Australia
uno spettacolo di Maria Grazia Sarandrea
Ideazione, regia e coreografia Maria Grazia Sarandrea
Scritto da Nith (del 18/03/2007 @ 21:03:45, in Arte Cultura, linkato 4025 volte)
clicca su play in fondo all'articolo per ascoltare la canzone
All around me are familiar faces Worn out places Worn out faces
Bright and early for their daily races Going nowhere Going nowhere
Their tears are filling up their glasses No expression No expression
Hide my head I want to drown my sorrow No tomorrow No tomorrow
And I find it kind of funny I find it kind of sad The dreams in which I’m dying Are the best I’ve ever had I find it hard to tell you I find it hard to take When people run in circles It’s a very very Mad world Mad world
Children waiting for the day they feel good Happy birthday Happy birthday
Made to feel the way that every child should Sit down and listen Sit down and listen
Went to school and I was very nervous No one knew me No one knew me
Hello teacher tell me what’s my lesson Look right through me Look right through me
And I find it kind of funny I find it kind of sad The dreams in which I’m dying Are the best I’ve ever had I find it hard to tell you I find it hard to take When people run in circles It’s a very very Mad world Mad world enlarged in your world Mad world
Scritto da Nith (del 20/03/2007 @ 15:40:07, in Arte Cultura, linkato 1660 volte)
La pantomima è una rappresentazione scenica muta, di origine classica, in cui l’azione è espressa da movimenti mimici e dalla danza, talvolta con accompagnamento musicale e commento narrativo.
L'uso della parola pantomima in Italia risale ai tempi di Augusto Imperatore quando i primi attori scenici venuti dall'Etruria non potevano usare la parola per farsi capire dai Romani.
Le scene rappresentate erano quasi sempre di natura oscena e scabrosa ed è per questo che i pantomimi erano tenuti per gente immorale e spregievole e, spesso, corruttori dei pubblici costumi e in quanto tali venivano a volte colpiti da bando.
In senso figurativo la "pantomima", oggi, vuol dire fare d'accordo qualcosa per ingananre altrui.
Il video che vi propongo è un pò datato ma lo spettacolo è veramente affascinante. Lui si chiama Jerome Murat. Buona visione!
Scritto da Nith (del 21/03/2007 @ 16:33:51, in Salute, linkato 3609 volte)
Ieri mattina, sfogliando i vari feed che la rete ci offre, mi sono imbattuto in questo articolo su abc news, una interessante rivista in in rete. L'articolo in questione tratta di sindromi da stress post traumatico, illustra alcune ricerche messe a punto per ridurre e addirittura cancellare dalla memoria i ricordi più nefasti attraverso l'uso di un farmaco. A me vengono i brividi solo a pensarci. Capisco che alcune persone passano attraverso esperienze aberranti ma bypassare la fase di rielaborazione del trauma, semplicemente prendendo una pillola, può davvero essere considerata una strada praticabile? Secondo me no ma leggiamo l'articolo che Gorny ha tradotto per PocoBLog. L'articolo originale è qui.
Gli Scienziati stanno sviluppando dei farmaci che potrebbero eliminare gli eventi traumatici dai nostri ricordi
Perché i ricordi dolorosi tornano a perseguitare soldati ed altri che hanno vissuto esperienze traumatiche? GliScienziati dicono che c’è molto da scoprire su come il cervello immagazzina e rilascia ricordi (abc news).
di RUSSELL GOLDMAN
20 marzo 2007 - “Lo prenderei in un secondo”, dice il sergente Michael Walcott, un veterano della guerra dell’Iraq, riferendosi ad un farmaco sperimentale con il potenziale di colpire ed eliminare ricordi traumatici. Walcott, che faceva servizio in un’unità di trasporto con base a Balad e che veniva regolarmente colpito da fuochi di mortaio, ora soffre di malattie di stress post-traumatico. Da quando è ritornato negli Stati Uniti due anni fa, egli ha preso grossi quantitativi di antidepressivi e ha frequentato una terapia di gruppo. Ora sta cercando di rimettere a posto la sua vita e di curarsi dalle cicatrici della guerra. “Ci sono dei momenti”, dice, “quando vuoi essere soltanto da solo e non vuoi frequentare nessuno che ti dice che sei cambiato”. Ci sono molte persone come Walcott. L’esercito stima che un soldato su otto che ritornano dalla guerra nell’Iraq, soffre di malattie da stress post-traumatico. I sintomi, un tempo conosciuti come shock della conchiglia, includono flashbacks, incubi notturni, sensazione di slegatezza, irritabilità, problemi di concentrazione e insonnia. Molto sul perché i ricordi traumatici ritornano a perseguitare i soldati e quelli che sono passati attraverso eventi traumatici, rimane sconosciuto. Gli scienziati dicono che il motivo è che si sa poco su come il cervello immagazzini e richiami i ricordi. Nei loro primi sforzi di capire il modo in cui la memoria di corto periodo diventa memoria di lungo periodo, gli scienziati hanno accertato che alcuni farmaci possono interrompere questo processo. Questi stessi farmaci, dicono gli scienziati, possono essere usati non solo nell’immediato post-evento traumatico, come un attacco di fuoco da mortaio, uno stupro o un incidente automobilistico ma anche molti anni più tardi quando una persona è perseguitato dai ricordi di un evento. La speranza è che un paziente che soffre di disturbi post-traumatici, possa collaborare con uno psichiatra e focalizzare l’evento traumatico, prendendo uno di questi farmaci e poi, pian piano dimenticare questo evento. Con questa speranza arrivano però anche una serie di problemi etici. Che cosa forma la nostra personalità, l’essenza di chi siamo come individuo, se non l’insieme delle nostre esperienze? “Questo è ancora tutto preliminare” dice il Dr. Roger Pitman, uno psichiatra della Harvard Medical School. “Siamo solo agli inizi. Ci sono dati promettenti, ma nessuna conclusione”. Una grande parte delle ricerche viene effettuata da Pitman su essere umani nel Massachusetts General Hospital e si concentra sull’alterazione della memoria nell’immediato periodo dopo uno specifico tipo di evento traumatico, incidenti automobilistici. Alle persone che arrivano nella stazione intensiva dell’ospedale viene prescritto il farmaco propranolol o un placebo. In origine, il propranolol era sviluppato per trattare la pressione alta, ma i suoi effetti sull’ormone dell’adrenalina lo rendeva conosciuto tra gli attori che cercavano di combattere la paura del palcoscenico. Gli scienziati lo stanno attualmente sperimentando nelle ricerche sulla memoria. "C’è un periodo di tempo in cui impari qualcosa prima di immagazzinarlo” spiega Pitman. "Questo si chiama consolidazione." Alcune ricerche hanno dimostrato che gli ormoni dello stress, particolarmente l’adrenalina, rendono questo processo più veloce e intensivo. "Per questo motivo ricordi meglio che cosa avevi fatto la mattina dell’ 11 settembre piuttosto che quella dell’11 agosto” dice. Alcuno scienziati credono che le malattie da stress post-traumatico sono il risultato di troppa adrenalina che entra nel cervello nel momento in cui la memoria di un evento traumatico viene consolidata o immagazzinata per la prima volta. Ma, “il vero argomento caldo”, dice Pitman, non é la consolidazione, ma la riconsolidazione, il processo nel quale un vecchio ricordo viene richiamato e la stessa “finestra di opportunità” di alterarlo con farmaci si apre per una seconda volta. Per portare i soldati o altri che hanno vissuto esperienze orrende (harrowing experiences), a ricordare le loro esperienze traumatiche attraverso terapie di conversazioni, la teoria funziona e la possibilità di catturare e eliminare questi ricordi, è concreta. La riconsolidazione rimane una teoria controversa secondo Pitman, ma Joseph LeDoux, uno psicologo del New York University's Center for Neural Science, dice che i suoi recenti esperimenti sui ratti evidenziano possibilità reali. LeDoux non sta cercando di creare un farmaco per curare essere umani. Per lui, il farmaco specifico non é importante. E’ importante capire il processo con il quale i ricordi sono trattenuti ed alterati. "L’ idea é che I ricordi sono vulnerabili. Possono essere migliorati o indeboliti. Il punto principale è che stiamo cercando di capire come funziona tutto questo, piuttosto che lavorare con un farmaco".
Un uragano etico - "Il genio nella bottiglia"
Ma l’idea di rafforzare o indebolire la memoria delle persone, porta a molti dubbi di natura medico etica. Il Presidente del Consiglio di Bioetica ha condannato le ricerche sull’alterazione della memoria. Il National Institutes of Health, comunque, ha effettuato alcuni esperimenti che usano il propranolol per la cura delle malattie da stress post-traumatico, e Pitman dice che ha ottenuto la garanzia dall’esercito per iniziare ricerche similari con i veterani dell’Iraq. "Ci sono diverse grosse preoccupazioni” nel produrre questo tipo di farmaco, dice Felicia Cohn, un eticista della medicina all’ University of California nell’ Irvine's School of Medicine. "E’, l’atto di alterare le memorie, un’ intervento medico appropriato? Si chiede. Un’altra serie di domande è dedicata alle conseguenze. “Quali sono gli effetti dell’alterazione della memoria di una persona, senza che cambi il contesto nel quale essa vive. Possiamo cancellare nella memoria di una ragazza il ricordo di uno stupro ma le persone intorno a lei ancora sanno e possono inavvertitamente ricordarglielo”, dice Cohn. "Diventa una questione da genio nella bottiglia. Quando un farmaco divento disponibile per il pubblico, questo può essere usato in modo appropriato e non appropriato. La gente potrebbe andare dal medico per dimenticare che ama il cioccolato. E’ soltanto per le vittime di malattie da stress post-traumatico e stupri? Dov’è la linea di confine? Chi deciderà che cosa è sufficientemente orripillante?
Scritto da Nith (del 22/03/2007 @ 07:52:24, in Arte Cultura, linkato 1680 volte)
Gli Yazoo sono una band dei primissimi anni ottanta. Composta peraltro da un duo particolare. Vince Clarke, che aveva appena lasciato i Depeche Mode, ed Alison Moyet. Insieme agli Eurythmics furono i primi gruppi del sinth-pop a riscoprire il folk "nero" e a trapiantarlo in un contesto elettronico. Una costola dei Depeche, quella di Clarke, intenta a lavorare sull'arrangiamento elettronico di sottofondo, ed una voce, quella di Alison, il ruolo più rilevante in questo caso, passionale e da grande cantante nera. il brano che potete ascoltare è Only you, che insieme a Don't go, batteva le classifiche quando avevo 12 anni, nel 1982... Ciao!
clicca su play in fondo all'articolo per ascoltare la canzone Only you
Looking from a window above, it's like a story of love Can you hear me Came back only yesterday I'm moving further away Want you near me
All I needed was the love you gave All I needed for another day And all I ever knew Only you
Sometimes when I think of her name when it's only a game And I need you Listen to the words that you say it's getting harder to stay When I see you
Chorus
This is going to take a long time and I wonder what's mine Can't take no more Wonder if you'll understand it's just the touch of your hand Behind a closed door
Scritto da Nith (del 23/03/2007 @ 09:28:01, in Salute, linkato 2043 volte)
Anche stavolta non ho saputo resistere alla tentazione di tradurre (con l'aiuto di Gorny) questo articolo trovato su Adbusters magazine Il taglio è molto divulgativo con riferimenti scientifici. L'argomento invece è molto più naturalmente vicino a noi tutti. Si parla di amicizia e relazioni sociali, dal punto di vista delle neuroscienze. Ciò che mi colpisce di questo, ma anche di altri articoli del genere, è la capacità della scienza di analizzare dinamiche psicosociali ed individuali profonde e naturali e dargli una struttura organica, logica ed in qualche modo dimostrabile, scientifica appunto. Non a caso il ponte che unisce la neuroscienza alle scienze meditative, occidentali ed orientali, è ricercato da molti ed attraversato da alcuni. Personalmente trovo estremamente affascinanti i punti in comune di due discipline apparentemente così lontane. Le reazioni chimiche nel nostro corpo ci sono sempre state e così pure l'amicizia e così anche la più o meno consapevolezza in ognuno di noi di quanto siano importanti queste relazioni. Focalizzare tuttavia l'attenzione su come tutti questi aspetti siano legati tra loro attraverso qualcosa di intangibile e sul quale possiamo esercitare la nostra influenza, volontà, empatia può essere interessante. Ancor di più se determinate esperienze si ha modo di sperimentarle sulla propria pelle, come dire, da dentro. Una sorta di conferma scientifica che ciò di cui a volte sentiamo il bisogno corrisponde proprio ad una necessità chimico/fisica, psichica e spirituale profonda. Un po' come l'aver voglia di mangiare qualcosa che poi, senza neanche rendercene conto, è proprio ciò che serve al nostro organismo. Buona lettura!
Raddoppia la gioia, dimezza il dolore: neuroscienza e amicizia
Una giovane donna, col viso pieno di lacrime, alza il telefono per chiamare la sua migliore amica. Ha appena perso il suo primo lavoro ben pagato ed è sopraffatta dal dolore e dai sensi di colpa. Come farà a ripagare tutti i suoi debiti? Che cosa diranno i suoi genitori quando lo sapranno? La donna si lascia prendere dal panico mentre spiega la situazione.
La sua amica, ascoltando pazientemente dall’altra parte, le offre una risposta inaspettata:
“Bene”.
Il viso impressionato della donna si distende in una confusione più ampia
“. . . Bene?”
“Si. E’ stato un bene che ti hanno lasciato andare. So che lavoratore indefesso sei e qualunque capo che non se ne accorge, non ti merita” Ogni pensiero di suicidio svanisce immediatamente e viene sostituito da uno stimolo di rilievo.
“Veramente?”
“Seriamente. Questa compagnia probabilmente andrà male comunque. Andiamo a bere qualcosa per brindare. Le lacrime continuano a scendere giù per le guance, adesso però miste a risate.
“Hai ragione – Mi sento tanto meglio adesso. Grazie”
Probabilmente avete avuto una simile esperienza nella quale un amico o un familiare vi hanno aiutato a superare und situazione difficile. Si sa da molto tempo che l’amicizia può servire come polmone per le avversità della vita, ma solo recentemente abbiamo scoperto un meccanismo scientifico sul perché i nostri pensieri ed emozioni sono così fortemente condizionati dalla gente intorno a noi. Una classe di cellule del cervello, scoperto solo di recente, conosciuti come “neuroni a specchio” rivela la verità del vecchio proverbio che un amico fedele è la medicina della vita.
Il neuro-scienziato Giacomo Rizolatti e i suoi colleghi dell’Università di Parma hanno scoperto i neuroni a specchio mentre studiavano l’attività del cervello delle scimmie macachi. Rizzolatti scoprì che una parte del cervello delle scimmie si accendeva quando osservava l’attività di un’altra scimmia: più che semplicemente rispondendo a degli stimoli, l’attività del cervello della scimmia iniziava a rispecchiare quella dell’altra scimmia, come se facesse quelle azioni egli stesso.
Questa scoperta è stata come una raggio di sole nel buio della psiche umana che ha contribuito a far luce su enigmi come enfasi, imitazione ed esperienze divise. Questo spiegava anche perché le persone che sono circondate da amici sembrano vivere più a lungo e si riprendono più velocemente dalle avversità della vita da quelli che vivono isolati.
“Lo stato emozionale delle nostre relazioni principali hanno un impatto significativo sulla nostra attività cardiovascolare e neuro-endocrina” dice John T. Cacioppo, direttore del Center for Cognitive Neuroscience. “La mia ostilità alza la vostra pressione del sangue, il vostro amore gentile abbassa la mia”. Quando la moglie di un paziente di cancro sorride al marito mentre gli tiene la mano, il suo cervello (di lui) capta le sue emozioni e rispecchia la sua calma e rassicurazione. Questa interazione abbassa la pressione sanguigna, rinforza il sistema immunitario e promuove la guarigione.
Nel suo libro Vital Friends, Tom Rath menziona uno studio del Duke University Medical Center nel quale i pazienti che soffrono di disturbi cardiaci, che hanno vissuto socialmente isolati (quattro amici o meno), avevano il doppio delle possibiltà di morire in confronto ai pazienti con un forte network di amici e famiglia. Nessun altro fattore come stress, stato sociale, guadagno, gravità della malattia aveva tanta influenza sul tasso di mortalità quanto i rapporti sociali o la loro mancanza. Altri studi hanno scoperto che l'isolamento sociale causa altrettanti effetti negativi sulla salute quanto il fumare, la pressione alta, l'obesità e l'abuso di droghe.
La scoperta capita in un momento cruciale. Rivaluta lìamicizia e con essa tutte le qualità umane non tangibili di gentilezza e simpatia, che tendono a essere sacrificati dal benessere materiale e dal successo nella carriera. Nell’edizione di luglio 2003 di Vogue, Katrina Heron, prima editore di Wired editor, dice di ridurre le sue relazioni personali a “investimento mondiale o “ spreco di tempo”. Se si considerano migliaia di dollari di spese sanitarie e le aspettative di vita, circondarsi di amici, è un investimento ad altissimo ritorno.
La scienza mostra che l’amicizia è fondamentale per la vita. Più che il numero di nomi nella vostra rubrica, la reale misura dell’amicizia sta nella nostra capacità di sentire la gioia e il dolore di un altro come nostro. Il professore John Slatin del “The Leukemia Letters,” University of Texas scrive sul New York Times un articolo sui neuroni-specchio ed il loro effetto sulla salute umana. Le sue parole confermano il potere di guarire di una genuina amicizia che nessun farmaco o dieta possono replicare:
“I neuroni-specchio lavorano in entrambe le direzioni. Io mando una post sulla difficoltà di aspettare, aspettare (le cure mediche, classiche), e entro qualche ora le voci ritornano: siamo qui con te, anche noi aspettiamo. Come è sorprendente, come è bello”.
Scritto da Nith (del 26/03/2007 @ 21:24:59, in PocoBLog, linkato 30444 volte)
Ha uno sguardo affascinante, non trovate? Riporto, dalla rete, alcune immagini di questo particolare felino, il gatto sphinx, detto anche gatto nudo. Un'accurata descrizione l'ho trovata su tao del miao. Qui sotto invece potete gustarvi una sfilza di foto di questo eccezionale gatto(a) dall'insolita dolcezza..
Quando avevi la mia età avevo cinque anni. Mi portaste in Africa, il primo viaggio lungo. Mi trattavi già da adulto e m'hai insegnato, in una piscina e poi al mare, a tuffarmi..che conquista. Eri allegro e solare. Ottimista sempre, anche nei momenti peggiori. Me li hai fatti vivere consapevolmente ma con dignità, serenità e coraggio.. Portavi ovunque sempre allegria, ti piaceva parlare e ascoltare e partecipavi sempre con gioia a tutto, quando si stava insieme agli altri, in famiglia o con gli amici. M'hai insegnato cosa significa amare, amare veramente, senza distinzioni e mai a parole ma con l'esempio, nel quotidiano, giorno per giorno.. e così facendo m'hai anche insegnato ad essere padre, in qualche modo.. Quando abitavamo a Roma, di sera in cucina sulle tue ginocchia, mi leggevi le storie della bibbia. Avevo appena iniziato le elementari e hai cominciato a parlarmi in inglese, le prime parole. Mi portavi con te, in mezzo ai boschi e una volta m'hai anche fatto sparare...che dolore il rinculo del fucile sulla spalla e tu e Carlo che ridevate. M'hai dato fiducia, avevo appena 11 anni e mi facevi attraversare la periferia e la città per finire la scuola dove l'avevo iniziata, che orgoglio.. Quando andavamo in giro mi insegnavi ad osservare, ad apprezzare ciò che c'è intorno, avevi una storia sempre per ogni cosa e conoscevi ogni singola fontanella di Roma. Portavi me e i miei compagni, cui piacevi tanto, in giro per la città a spiegarci monumenti come ai turisti. M'hai messo le rotelle alla bici...e un bel giorno me le hai anche tolte, quanti pianti, ma non me le hai rimesse, solo una, per mezz'ora, poi l'hai ritolta subito... ed ho imparato ad andare in bicicletta quel giorno Mi portavi sulla tua bicicletta, una bottecchia verde bottiglia, su un minisellino montato sulla canna, che paura, ma me l'hai fatta passare e quanto ci piaceva passare sul ponte di ferro, dove la bici vibrava e noi ridevamo. E quando andavamo allo zoo, col tram. Ci mettevamo al centro, dove c'è la piattaforma che gira..e gira.. e gira. La scuola era più scuola a casa che a scuola, sapevi sempre tutto però dicevi che non potevi vincere ai quiz perchè eri diventato lento coi riflessi... M'hai insegnato che quando viene da dire "non ce la faccio più", si può ancora fare quello sforzo per altre dieci volte, è stato uno dei consigli tuoi più preziosi e che nella vita m'è servito di più. Sono infinite le cose che m'hai tramandato, a volte velate, a volte svelate, che ho capito crescendo e che ancora oggi mi giungono.. come la luce delle stelle. Buon compleanno vecchio mio!