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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
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Ieri un violento terremoto ha colpito duramente il Pakistan causando decine di migliaia di morti. Recentemente stessa sorte colpì l’Iran, ma ancora più attuale è il maremoto nel SudEst asiatico. Sono tutti eventi correlati? La statistica parla chiaro: da quando si effettuano esperimenti atomici sotterranei i terremoti sono aumentati sensibilmente di numero.
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Ma questi possono essere pilotati? L’idea dell’esistenza di un’arma capace di generare o quanto meno provocare terremoti è quanto mai inquietante: sbarazzarsi di un nemico in maniera pulita, magari facendo pure la parte di chi aiuta. Per i complottisti è veramente pane per i propri denti. E perché no alluvioni o siccità, già che ci siamo? Il progetto di ricerca statunitense HAARP si propone di studiare l’effetto del cambiamento dei campi magnetici sulla ionosfera terrestre applicando le conoscenze derivate dalle teorie di Nikola Tesla (1856-1943). Si sarebbe in grado di generare delle graziose aurore boreali. Ma che ci fa il Dipartimento della Difesa dietro all’attività dei pacifici scienziati dell’HAARP? Gli Stati Uniti, e non solo, sarebbero in grado di controllare localmente il clima, un’affermazione di vari reporter e testimoni accreditati. Inoltre esistono molti archivi fotografici che testimoniano stranezze climatiche, derivate probabilmente dall’iniezione di ioni direttamente nella ionosfera, generalmente il cielo nuvoloso che diventa sereno in pochi istanti, o la formazione di strane strisce.
Questa teoria spiegherebbe non solo la crescente eccezionalità degli eventi catastrofici, una sorta di guerra fredda nota come “scalare”, ma anche il fatto, conoscendo la vera causa dei mutamenti climatici, della mancata firma del documento di Kyoto. Il controllo climatico a fini politici… Comunque, a quanto pare, prima di molti terremoti si assiste al repentino apparire di strane formazioni nuvolose avvistate prima del terremoto in Turchia e prima di quello in Iran. Ai fini della predizione di eventi sismici disastrosi, la formazione di nuvole strane potrebbe quindi essere un buon campanello di allarme. Ma se questo fosse vero, forse la saggezza popolare già era in possesso di questa informazione dato che i terremoti ci sono da sempre. Una domanda… Ma se qualcuno, tipo gli USA unico popolo ad usare la bomba atomica in guerra, avesse a disposizione un’arma del genere, avrebbe qualche scrupolo ad utilizzarla?
Il sole intanto canta….
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World Press Photo è il più prestigioso concorso di fotografia giornalistica del mondo e compie 50 anni.
Qui potete ammirare le foto vincitrici del concorso degli anni precedenti, 47 immagini per ripercorrere la storia, così com'è. Vai alle immagini.
Nella homepage del sito si legge:
"Our mission is to encourage high professional standards in photojournalism and to promote a free and unrestricted exchange of information".. bello no?
Ieri a New York , durante un'asta di Sotheby's la fotografia denominata "The Breast", "il Seno"di Edward Weston (1886-1958) e` stata aggiudicata per la cifra di 822.400 dollari.
E` record di ogni tempo per una fotografia.
Questa forma di arte, negli ultimi anni, sembra stia guadagnando l'attenzione che merita. Infatti, e` mia opinione, che tramite lo scatto si possano creare composizioni ed immagini bellissime. Non meno importante e suggestivo e` il racconto della realta' tramite uno scatto, un'immagine, un'attimo colto. E "colgo" l'occasione per linkarvi un sito di Eduard Weston e della sua arte.
"Immortalare la realta' in una dimensione nuova, tramite la fotografia".
Buona visione. |
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The Breast
Scritto da Oso (del 13/10/2005 @ 18:41:16, in Arte Cultura, linkato 1005 volte)
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Hello my name is Jimmy Pop and I'm a dumb white guy,
I'm not old or new but middle school fifth grade like junior high, I don't know mofo if y'all peeps be buggin' give props to my ho cause she all fly,
But I can take the heat cause I'm the other white meat known as 'Kid Funky Fried',
Yeah I'm hung like planet Pluto hard to see with the naked eye, But if I crashed into Uranus I would stick it where the sun don't shine,
Cause I'm kind of like Han Solo always stroking my own wookie,
I'm the root of all that's evil yeah but you can call me cookie
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The roof, the roof, the roof is on fire,
The roof, the roof, the roof is on fire,
The roof, the roof, the roof is on fire,
We don't need no water let the motherfucker burn,
Burn motherfucker burn!
Yo yo this hard-core ghetto gangster image takes a lot of practice,
I'm not black like Barry White no I am white like Frank Black is,
So if man is five and the devil is six than that must make me seven,
This honkey's gone to heaven,
But if I go to hell then I hope I burn well,
I'll spend my days with J.F.K., Marvin Gaye, Martha Raye, and Lawrence Welk,
And Kurt Cobain, Kojak, Mark Twain and Jimi Hendrix's poltergeist,
And Webster yeah Emmanuel Lewis cause he's the anti-christ,
The roof, the roof, the roof is on fire,
We don't need no water let the motherfucker burn,
Burn motherfucker burn.
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Scritto da Nith (del 14/10/2005 @ 17:32:32, in Eventi, linkato 1079 volte)

Anche quest'anno si apre a Zagarolo lo "Stradarolo", il festival degli artisti per le strade della ridente cittadina a pochi chilometri da Roma. Clicca sull'immagine per i dettagli sulla manifestazione.
Scritto da Nith (del 14/10/2005 @ 21:24:57, in Salute, linkato 997 volte)
Scritto da Nith (del 15/10/2005 @ 14:42:31, in Salute, linkato 1667 volte)
Scritto da Lex (del 15/10/2005 @ 23:35:38, in Arte Cultura, linkato 1277 volte)
"è una spiaggia importante questa. fu proprio su queste spiagge che camminò Krishna, quello stesso Krishna che disse ad Arjuna, allorchè si preparava a scendere sul campo di battaglia -non ti preoccupare, non avere paura. Non temere di uccidere o di essere ucciso, perchè io ti dico che nessuno muore e nessuno è in grado di uccidere-. Nessuno è mai morto; e ciò che non muore o può morire è già morto; e ciò che non muore e non può essere ucciso non ha alcuna possibilità di morire: è la vita stessa. Questa sera ci siamo inaspettatamente riuniti sulla stessa spiaggia dove una tempo camminava Krishna, queste spiagge hanno visto Krishna camminare. La gente deve aver creduto che Krishna sia morto veramente, poichè noi conosciamo la morte come unica verità, per noi tutti muoiono. questo mare e queste sabbie non hanno mai avuto la sensazione che Krishna morisse, questo cielo, queste stelle e questa luna non hanno mai creduto alla morte di Krishna. In realtà, nella vita non c'è posto per la morte, ma tutti hanno creduto che Krishna fosse morto. Anche noi lo crediamo, perchè siamo ossessionati dal pensiero della nostra morte. Perchè ci preoccupa tanto?..............
.......questa paura è legata ad una logica ben precisa, una logica molto interessante. Non abbiamo mai visto noi stessi morire, ma abbiamo visto morire gli altri, e questo ci rafforza l'idea che anche noi dovremmo morire. Cerca di comprendere questo tramite un esempio: una goccia vive nell'oceano insieme a migliaia di altre gocce, ma un giorno i raggi del sole la colpiscono, trasformandola in vapore e facendola sparire. Le altre gocce pensano che sia morta, e hanno ragione, poichè hanno visto questa goccia un attimo prima, ed ora è scomparsa. Eppure la goccia esiste ancora nelle nuvole, e a quest'ora sarà già ricaduta in mare, tornando ad essere una goccia. ma come faranno le altre goccie a saperlo senza compiere loro stesse quel viaggio?
Osho "l'immortalità dell'anima"
fu luce il fuoco e pane la luna risentita
il gelsomino duplicò il suo stellato segreto,
e del terribile amore le dolci mani pure
diedero pace ai miei occhi e sole ai miei sensi.
oh amore, come d'improvviso, dalle lacerazioni,
costruisti l'edificio della dolce fermezza,
sconfiggesti l'unghie maligne e gelose
e oggi davanti al mondo siamo come una sola vita.
così fu, così è e così sarà fino a quando,
selvaggio e dolce amore, beneamata Matilde,
il tempo c'indicherà il fiore finale del giorno.
senza te, senza me, senza luce più non saremo:
allora oltre la terra e l'ombra
lo splendore del nostro amore continuerà ad essere vivo.
PABLO NERUDA
XIII da "Cento sonetti d'amore"
Scritto da Nith (del 16/10/2005 @ 13:28:22, in Arte Cultura, linkato 1837 volte)
"nelle sue opere scopre il precipizio sotto la banalità quotidiana e entra con forza nelle stanze chiuse dell'oppressione"
[affermazione etsratta dalla motivazione dell'Accademia del Nobel - Stoccolma 2005]

Sono molto contento di questo riconoscimento importante. Quando ho sentito la notizia, tre giorni fa, ho provato appagamento.
Era il 1993 e lavoravo a tempo pieno in un noto albergo della capitale. In quell'albergo ha stanziato per qualche anno, un attore romano tale Giacomo Piperno , il suo laboratorio teatrale. Con lui ho avuto modo di penetrare nel magico mondo del teatro. Che emozione veniva fuori in fiumi di lacrime e risate che imponevano con rigore e grazia alla vita la sua dignità..nonostante le difficoltà della vita, nonostante tutto... Harold Pinter era per me, 23 enne appena, sconosciuto come tante cose ancora oggi. Provavamo in un teatro vero e proprio, sul palco, imparavamo a fare l'attore, giocavamo alle maschere che insieme a quellle della vita stavano a guardare il tempo che passava.. Giacomo vero professionista del teatro e del cinema (a proposito, sapete chi è Giacomo? Molti di voi l'hanno visto nel film "Il piccolo diavolo" con R.Benigni. C'è una scena in cui un signore entra in un vagone del treno ed intrattiene un dialogo con l'attrice Stefania Sandrelli, ebbene quel signore è Giacomo), uomo di grande cultura e bontà, reclamava da noi alunni scoordinati, la massima concentrazione per reggere i dialoghi di Harold Pinter senza cadere nel banale, nel comico, nel ridicolo e dare al teatro di Pinter la sua vera natura. Una natura che nasconde dietro dialoghi semplici gli immensi baratri dell'esistenza. Ricordo le prove del Calapranzi, i dialoghi assurdi... Apparentemente soltanto! Nei panni di Gus non esisteva più niente, solo il palco, noi stessi e quelle parole pronunciate che davano un'indicazione alle nostre idee ed una direzione alle nostre anime.
I primi anni di lavoro di Harold Pinter furono accompagnati da critiche dure ed immeritate, atte spesso a stroncare volontariamente stili "troppo eversivi" (vedi http://www.poco.it/dblog/articolo.asp?articolo=109). Si diceva che non aveva nulla da dire, che era incomprensibile, inaccettabile ed eccentrico. Gia da molti anni H.P. è stato rivalutato con totale consenso di critica ed oggi gli viene riconosciuto il più prestigioso dei Premi per il lavoro svolto, il Nobel.
Se vi interessa riporto qui la parte iniziale dell'opera "Il calapranzi" di Harold Pinter rappresentato per la prima volta all' Hampstead Theatre Club il 21 gennaio del 1960:
Personaggi: BEN GUS
La scena: Una stanza in un seminterrato. Due letti contro la parete del fondo scena. Tra i due letti il vano del calapranzi, chiuso. Una porta che va in cucina e al gabinetto, a sinistra. Una porta che si apre sul corridoio, a destra.
Ben è sdraiato sul letto; a sinistra, legge un giornale. Gus è seduto sul letto, a destra, si sta allacciando le scarpe, con difficoltà. .Tutti e due indossano camicia,"Pantaloni con bretelle. Silenzio. Gus finisce di allacciarsi k scarpe, si alza, sbadiglia e si avvia lentamente verso la porta, a sinistra. Si ferma, guarda una scarpa e scuote il piede. Ben abbassa il giornale e lo osserva. Gus si inginocchia, si allaccia una scarpa e se la toglie. Guarda_ dentro la scarpa e m fuori una scatola di fiammiferi schiacciata. Scuote la scatola e la guarda. I loro sguardi si incontrano. Ben scuote il giornale e riprende a leggerlo. Gus si mette la 5OitOla di fiammiferi in tasca e si piega per rimettersi la scarpa. Allacciandola con difficoltà. Ben abbassa il giornale e lo osserva. Gus, si avvia di nuovo verso la porta, a sinistra, si ferma e scuote l'altro piede. Si inginocchia, si schiaccia la scarpe se la toglie lentamente, Guarda dentro 1:.. scarpa e tira fuori un pacchetto di sigarette schiacciato. Scuote il pacchetto e lo guarda. I loro sguardi si incontrano.. Ben scuote il giornale e riprende a leggerlo. Gus si mette il pacchetto in tasca, si piega, si rimette la scarpa e la riallaccia. Esce a sinistra. Ben sbatte il giornale sul letto ;: fa una smorfia in direzione di Gus. Riprende il giornale, .si sdraia supino e ricomincia a leggere. Silenzio. Dalle _e si sente tirare per due volte uno sciacquone che non funziona. Silenzio. Gus rientra, da sinistra, si ferma 5clIa porta, si gratta la testa. Ben sbatte giù il giornale con violenza.
BEN Cristo! (Raccoglie il giornale) Questa poi? Senti un po'! (Riferendosi al giornale) Un uomo di ottantasette anni vuole attraversare la strada ma non ci riesce perché c'è una coda compatta di macchine e non un buco per passare. Decide di infilarsi sotto un camion, e di attraversarlo a quattro zampe.
GUS Cosa?
BEN È passato sotto un camion, a quattro zampe. Un camion in coda.
GUS No?
BEN II camion è ripartito e lo ha schiacciato.
BEN C'è scritto qui.
GUS Ma dai!
GUS Ma smettila!
BEN Quanto basta per farti rivoltare lo stomaco.
GUS Come gli è venuto in mente di fare una cosa del genero?
BEN Un uomo di ottantasette anni a quattro zampe sotto un camion!
GUS Da non credersi.
BEN È scritto qui, riero su bianco.
GUS Incredibile. (Silenzio. Gus scuote la testa ed esce. Ben si sdraia e ricomincia a leggere. Dalla quinta si sente tirare di nuovo lo sciacquone che non funziona. Ben fa un fischio per sottolineare un'altra notizia sul giornale. Gus rientra) Volevo chiederti una cosa.
BEN Che fai li fuori?
GUS Beh, stavo solo...
BEN E il tè?
GUS Ora lo faccio.
BEN E dai, fallo.
GUS Si, adesso. (Si siede su una sedia. Rimuginando) Beh, non posso dire che stavolta non ci abbia fatto trovare un bel servizio. È a righe. C'è una riga bianca. (Ben legge). Devo dire che è proprio bello. (Ben gira la pagina). Sai, tutto intorno alla tazza. Intorno all' orlo. Per il resto è tutta nera. Anche il piattino è tutto nero, è bianco solo al centro, li dove appoggi la tazza. (Ben legge).Anche i piatti sono uguali, sai. Solo che loro hanno una riga nera... i piatti... di traverso, nel mezzo. Si, mi piace proprio questo servizio.
BEN (sempre leggendo) Che te ne frega dei piatti? Non sei qui per mangiare.
Muovermi fra le parole, sceglierle, guardarle affiorare sulla pagina, tutto ciò mi procura un piacere immenso. Ma poi, in scena, è nel silenzio che i personaggi acquistano maggior presenza.
Il mio lavoro non è quello di impormi ai personaggi, di sottometterli a una falsa articolazione. Il rapporto tra un autore e i personaggi deve essere un rapporto di rispetto.
(Harold Pinter)
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