Scritto da Nith (del 26/03/2007 @ 21:24:59, in PocoBLog, linkato 30414 volte)
Ha uno sguardo affascinante, non trovate? Riporto, dalla rete, alcune immagini di questo particolare felino, il gatto sphinx, detto anche gatto nudo. Un'accurata descrizione l'ho trovata su tao del miao. Qui sotto invece potete gustarvi una sfilza di foto di questo eccezionale gatto(a) dall'insolita dolcezza..
Scritto da Nith (del 23/03/2007 @ 09:28:01, in Salute, linkato 2031 volte)
Anche stavolta non ho saputo resistere alla tentazione di tradurre (con l'aiuto di Gorny) questo articolo trovato su Adbusters magazine Il taglio è molto divulgativo con riferimenti scientifici. L'argomento invece è molto più naturalmente vicino a noi tutti. Si parla di amicizia e relazioni sociali, dal punto di vista delle neuroscienze. Ciò che mi colpisce di questo, ma anche di altri articoli del genere, è la capacità della scienza di analizzare dinamiche psicosociali ed individuali profonde e naturali e dargli una struttura organica, logica ed in qualche modo dimostrabile, scientifica appunto. Non a caso il ponte che unisce la neuroscienza alle scienze meditative, occidentali ed orientali, è ricercato da molti ed attraversato da alcuni. Personalmente trovo estremamente affascinanti i punti in comune di due discipline apparentemente così lontane. Le reazioni chimiche nel nostro corpo ci sono sempre state e così pure l'amicizia e così anche la più o meno consapevolezza in ognuno di noi di quanto siano importanti queste relazioni. Focalizzare tuttavia l'attenzione su come tutti questi aspetti siano legati tra loro attraverso qualcosa di intangibile e sul quale possiamo esercitare la nostra influenza, volontà, empatia può essere interessante. Ancor di più se determinate esperienze si ha modo di sperimentarle sulla propria pelle, come dire, da dentro. Una sorta di conferma scientifica che ciò di cui a volte sentiamo il bisogno corrisponde proprio ad una necessità chimico/fisica, psichica e spirituale profonda. Un po' come l'aver voglia di mangiare qualcosa che poi, senza neanche rendercene conto, è proprio ciò che serve al nostro organismo. Buona lettura!
Raddoppia la gioia, dimezza il dolore: neuroscienza e amicizia
Una giovane donna, col viso pieno di lacrime, alza il telefono per chiamare la sua migliore amica. Ha appena perso il suo primo lavoro ben pagato ed è sopraffatta dal dolore e dai sensi di colpa. Come farà a ripagare tutti i suoi debiti? Che cosa diranno i suoi genitori quando lo sapranno? La donna si lascia prendere dal panico mentre spiega la situazione.
La sua amica, ascoltando pazientemente dall’altra parte, le offre una risposta inaspettata:
“Bene”.
Il viso impressionato della donna si distende in una confusione più ampia
“. . . Bene?”
“Si. E’ stato un bene che ti hanno lasciato andare. So che lavoratore indefesso sei e qualunque capo che non se ne accorge, non ti merita” Ogni pensiero di suicidio svanisce immediatamente e viene sostituito da uno stimolo di rilievo.
“Veramente?”
“Seriamente. Questa compagnia probabilmente andrà male comunque. Andiamo a bere qualcosa per brindare. Le lacrime continuano a scendere giù per le guance, adesso però miste a risate.
“Hai ragione – Mi sento tanto meglio adesso. Grazie”
Probabilmente avete avuto una simile esperienza nella quale un amico o un familiare vi hanno aiutato a superare und situazione difficile. Si sa da molto tempo che l’amicizia può servire come polmone per le avversità della vita, ma solo recentemente abbiamo scoperto un meccanismo scientifico sul perché i nostri pensieri ed emozioni sono così fortemente condizionati dalla gente intorno a noi. Una classe di cellule del cervello, scoperto solo di recente, conosciuti come “neuroni a specchio” rivela la verità del vecchio proverbio che un amico fedele è la medicina della vita.
Il neuro-scienziato Giacomo Rizolatti e i suoi colleghi dell’Università di Parma hanno scoperto i neuroni a specchio mentre studiavano l’attività del cervello delle scimmie macachi. Rizzolatti scoprì che una parte del cervello delle scimmie si accendeva quando osservava l’attività di un’altra scimmia: più che semplicemente rispondendo a degli stimoli, l’attività del cervello della scimmia iniziava a rispecchiare quella dell’altra scimmia, come se facesse quelle azioni egli stesso.
Questa scoperta è stata come una raggio di sole nel buio della psiche umana che ha contribuito a far luce su enigmi come enfasi, imitazione ed esperienze divise. Questo spiegava anche perché le persone che sono circondate da amici sembrano vivere più a lungo e si riprendono più velocemente dalle avversità della vita da quelli che vivono isolati.
“Lo stato emozionale delle nostre relazioni principali hanno un impatto significativo sulla nostra attività cardiovascolare e neuro-endocrina” dice John T. Cacioppo, direttore del Center for Cognitive Neuroscience. “La mia ostilità alza la vostra pressione del sangue, il vostro amore gentile abbassa la mia”. Quando la moglie di un paziente di cancro sorride al marito mentre gli tiene la mano, il suo cervello (di lui) capta le sue emozioni e rispecchia la sua calma e rassicurazione. Questa interazione abbassa la pressione sanguigna, rinforza il sistema immunitario e promuove la guarigione.
Nel suo libro Vital Friends, Tom Rath menziona uno studio del Duke University Medical Center nel quale i pazienti che soffrono di disturbi cardiaci, che hanno vissuto socialmente isolati (quattro amici o meno), avevano il doppio delle possibiltà di morire in confronto ai pazienti con un forte network di amici e famiglia. Nessun altro fattore come stress, stato sociale, guadagno, gravità della malattia aveva tanta influenza sul tasso di mortalità quanto i rapporti sociali o la loro mancanza. Altri studi hanno scoperto che l'isolamento sociale causa altrettanti effetti negativi sulla salute quanto il fumare, la pressione alta, l'obesità e l'abuso di droghe.
La scoperta capita in un momento cruciale. Rivaluta lìamicizia e con essa tutte le qualità umane non tangibili di gentilezza e simpatia, che tendono a essere sacrificati dal benessere materiale e dal successo nella carriera. Nell’edizione di luglio 2003 di Vogue, Katrina Heron, prima editore di Wired editor, dice di ridurre le sue relazioni personali a “investimento mondiale o “ spreco di tempo”. Se si considerano migliaia di dollari di spese sanitarie e le aspettative di vita, circondarsi di amici, è un investimento ad altissimo ritorno.
La scienza mostra che l’amicizia è fondamentale per la vita. Più che il numero di nomi nella vostra rubrica, la reale misura dell’amicizia sta nella nostra capacità di sentire la gioia e il dolore di un altro come nostro. Il professore John Slatin del “The Leukemia Letters,” University of Texas scrive sul New York Times un articolo sui neuroni-specchio ed il loro effetto sulla salute umana. Le sue parole confermano il potere di guarire di una genuina amicizia che nessun farmaco o dieta possono replicare:
“I neuroni-specchio lavorano in entrambe le direzioni. Io mando una post sulla difficoltà di aspettare, aspettare (le cure mediche, classiche), e entro qualche ora le voci ritornano: siamo qui con te, anche noi aspettiamo. Come è sorprendente, come è bello”.
Scritto da Nith (del 22/03/2007 @ 07:52:24, in Arte Cultura, linkato 1668 volte)
Gli Yazoo sono una band dei primissimi anni ottanta. Composta peraltro da un duo particolare. Vince Clarke, che aveva appena lasciato i Depeche Mode, ed Alison Moyet. Insieme agli Eurythmics furono i primi gruppi del sinth-pop a riscoprire il folk "nero" e a trapiantarlo in un contesto elettronico. Una costola dei Depeche, quella di Clarke, intenta a lavorare sull'arrangiamento elettronico di sottofondo, ed una voce, quella di Alison, il ruolo più rilevante in questo caso, passionale e da grande cantante nera. il brano che potete ascoltare è Only you, che insieme a Don't go, batteva le classifiche quando avevo 12 anni, nel 1982... Ciao!
clicca su play in fondo all'articolo per ascoltare la canzone Only you
Looking from a window above, it's like a story of love Can you hear me Came back only yesterday I'm moving further away Want you near me
All I needed was the love you gave All I needed for another day And all I ever knew Only you
Sometimes when I think of her name when it's only a game And I need you Listen to the words that you say it's getting harder to stay When I see you
Chorus
This is going to take a long time and I wonder what's mine Can't take no more Wonder if you'll understand it's just the touch of your hand Behind a closed door
Scritto da Nith (del 21/03/2007 @ 16:33:51, in Salute, linkato 3590 volte)
Ieri mattina, sfogliando i vari feed che la rete ci offre, mi sono imbattuto in questo articolo su abc news, una interessante rivista in in rete. L'articolo in questione tratta di sindromi da stress post traumatico, illustra alcune ricerche messe a punto per ridurre e addirittura cancellare dalla memoria i ricordi più nefasti attraverso l'uso di un farmaco. A me vengono i brividi solo a pensarci. Capisco che alcune persone passano attraverso esperienze aberranti ma bypassare la fase di rielaborazione del trauma, semplicemente prendendo una pillola, può davvero essere considerata una strada praticabile? Secondo me no ma leggiamo l'articolo che Gorny ha tradotto per PocoBLog. L'articolo originale è qui.
Gli Scienziati stanno sviluppando dei farmaci che potrebbero eliminare gli eventi traumatici dai nostri ricordi
Perché i ricordi dolorosi tornano a perseguitare soldati ed altri che hanno vissuto esperienze traumatiche? GliScienziati dicono che c’è molto da scoprire su come il cervello immagazzina e rilascia ricordi (abc news).
di RUSSELL GOLDMAN
20 marzo 2007 - “Lo prenderei in un secondo”, dice il sergente Michael Walcott, un veterano della guerra dell’Iraq, riferendosi ad un farmaco sperimentale con il potenziale di colpire ed eliminare ricordi traumatici. Walcott, che faceva servizio in un’unità di trasporto con base a Balad e che veniva regolarmente colpito da fuochi di mortaio, ora soffre di malattie di stress post-traumatico. Da quando è ritornato negli Stati Uniti due anni fa, egli ha preso grossi quantitativi di antidepressivi e ha frequentato una terapia di gruppo. Ora sta cercando di rimettere a posto la sua vita e di curarsi dalle cicatrici della guerra. “Ci sono dei momenti”, dice, “quando vuoi essere soltanto da solo e non vuoi frequentare nessuno che ti dice che sei cambiato”. Ci sono molte persone come Walcott. L’esercito stima che un soldato su otto che ritornano dalla guerra nell’Iraq, soffre di malattie da stress post-traumatico. I sintomi, un tempo conosciuti come shock della conchiglia, includono flashbacks, incubi notturni, sensazione di slegatezza, irritabilità, problemi di concentrazione e insonnia. Molto sul perché i ricordi traumatici ritornano a perseguitare i soldati e quelli che sono passati attraverso eventi traumatici, rimane sconosciuto. Gli scienziati dicono che il motivo è che si sa poco su come il cervello immagazzini e richiami i ricordi. Nei loro primi sforzi di capire il modo in cui la memoria di corto periodo diventa memoria di lungo periodo, gli scienziati hanno accertato che alcuni farmaci possono interrompere questo processo. Questi stessi farmaci, dicono gli scienziati, possono essere usati non solo nell’immediato post-evento traumatico, come un attacco di fuoco da mortaio, uno stupro o un incidente automobilistico ma anche molti anni più tardi quando una persona è perseguitato dai ricordi di un evento. La speranza è che un paziente che soffre di disturbi post-traumatici, possa collaborare con uno psichiatra e focalizzare l’evento traumatico, prendendo uno di questi farmaci e poi, pian piano dimenticare questo evento. Con questa speranza arrivano però anche una serie di problemi etici. Che cosa forma la nostra personalità, l’essenza di chi siamo come individuo, se non l’insieme delle nostre esperienze? “Questo è ancora tutto preliminare” dice il Dr. Roger Pitman, uno psichiatra della Harvard Medical School. “Siamo solo agli inizi. Ci sono dati promettenti, ma nessuna conclusione”. Una grande parte delle ricerche viene effettuata da Pitman su essere umani nel Massachusetts General Hospital e si concentra sull’alterazione della memoria nell’immediato periodo dopo uno specifico tipo di evento traumatico, incidenti automobilistici. Alle persone che arrivano nella stazione intensiva dell’ospedale viene prescritto il farmaco propranolol o un placebo. In origine, il propranolol era sviluppato per trattare la pressione alta, ma i suoi effetti sull’ormone dell’adrenalina lo rendeva conosciuto tra gli attori che cercavano di combattere la paura del palcoscenico. Gli scienziati lo stanno attualmente sperimentando nelle ricerche sulla memoria. "C’è un periodo di tempo in cui impari qualcosa prima di immagazzinarlo” spiega Pitman. "Questo si chiama consolidazione." Alcune ricerche hanno dimostrato che gli ormoni dello stress, particolarmente l’adrenalina, rendono questo processo più veloce e intensivo. "Per questo motivo ricordi meglio che cosa avevi fatto la mattina dell’ 11 settembre piuttosto che quella dell’11 agosto” dice. Alcuno scienziati credono che le malattie da stress post-traumatico sono il risultato di troppa adrenalina che entra nel cervello nel momento in cui la memoria di un evento traumatico viene consolidata o immagazzinata per la prima volta. Ma, “il vero argomento caldo”, dice Pitman, non é la consolidazione, ma la riconsolidazione, il processo nel quale un vecchio ricordo viene richiamato e la stessa “finestra di opportunità” di alterarlo con farmaci si apre per una seconda volta. Per portare i soldati o altri che hanno vissuto esperienze orrende (harrowing experiences), a ricordare le loro esperienze traumatiche attraverso terapie di conversazioni, la teoria funziona e la possibilità di catturare e eliminare questi ricordi, è concreta. La riconsolidazione rimane una teoria controversa secondo Pitman, ma Joseph LeDoux, uno psicologo del New York University's Center for Neural Science, dice che i suoi recenti esperimenti sui ratti evidenziano possibilità reali. LeDoux non sta cercando di creare un farmaco per curare essere umani. Per lui, il farmaco specifico non é importante. E’ importante capire il processo con il quale i ricordi sono trattenuti ed alterati. "L’ idea é che I ricordi sono vulnerabili. Possono essere migliorati o indeboliti. Il punto principale è che stiamo cercando di capire come funziona tutto questo, piuttosto che lavorare con un farmaco".
Un uragano etico - "Il genio nella bottiglia"
Ma l’idea di rafforzare o indebolire la memoria delle persone, porta a molti dubbi di natura medico etica. Il Presidente del Consiglio di Bioetica ha condannato le ricerche sull’alterazione della memoria. Il National Institutes of Health, comunque, ha effettuato alcuni esperimenti che usano il propranolol per la cura delle malattie da stress post-traumatico, e Pitman dice che ha ottenuto la garanzia dall’esercito per iniziare ricerche similari con i veterani dell’Iraq. "Ci sono diverse grosse preoccupazioni” nel produrre questo tipo di farmaco, dice Felicia Cohn, un eticista della medicina all’ University of California nell’ Irvine's School of Medicine. "E’, l’atto di alterare le memorie, un’ intervento medico appropriato? Si chiede. Un’altra serie di domande è dedicata alle conseguenze. “Quali sono gli effetti dell’alterazione della memoria di una persona, senza che cambi il contesto nel quale essa vive. Possiamo cancellare nella memoria di una ragazza il ricordo di uno stupro ma le persone intorno a lei ancora sanno e possono inavvertitamente ricordarglielo”, dice Cohn. "Diventa una questione da genio nella bottiglia. Quando un farmaco divento disponibile per il pubblico, questo può essere usato in modo appropriato e non appropriato. La gente potrebbe andare dal medico per dimenticare che ama il cioccolato. E’ soltanto per le vittime di malattie da stress post-traumatico e stupri? Dov’è la linea di confine? Chi deciderà che cosa è sufficientemente orripillante?
Scritto da Nith (del 20/03/2007 @ 15:40:07, in Arte Cultura, linkato 1644 volte)
La pantomima è una rappresentazione scenica muta, di origine classica, in cui l’azione è espressa da movimenti mimici e dalla danza, talvolta con accompagnamento musicale e commento narrativo.
L'uso della parola pantomima in Italia risale ai tempi di Augusto Imperatore quando i primi attori scenici venuti dall'Etruria non potevano usare la parola per farsi capire dai Romani.
Le scene rappresentate erano quasi sempre di natura oscena e scabrosa ed è per questo che i pantomimi erano tenuti per gente immorale e spregievole e, spesso, corruttori dei pubblici costumi e in quanto tali venivano a volte colpiti da bando.
In senso figurativo la "pantomima", oggi, vuol dire fare d'accordo qualcosa per ingananre altrui.
Il video che vi propongo è un pò datato ma lo spettacolo è veramente affascinante. Lui si chiama Jerome Murat. Buona visione!
Scritto da Nith (del 18/03/2007 @ 21:03:45, in Arte Cultura, linkato 4015 volte)
clicca su play in fondo all'articolo per ascoltare la canzone
All around me are familiar faces Worn out places Worn out faces
Bright and early for their daily races Going nowhere Going nowhere
Their tears are filling up their glasses No expression No expression
Hide my head I want to drown my sorrow No tomorrow No tomorrow
And I find it kind of funny I find it kind of sad The dreams in which I’m dying Are the best I’ve ever had I find it hard to tell you I find it hard to take When people run in circles It’s a very very Mad world Mad world
Children waiting for the day they feel good Happy birthday Happy birthday
Made to feel the way that every child should Sit down and listen Sit down and listen
Went to school and I was very nervous No one knew me No one knew me
Hello teacher tell me what’s my lesson Look right through me Look right through me
And I find it kind of funny I find it kind of sad The dreams in which I’m dying Are the best I’ve ever had I find it hard to tell you I find it hard to take When people run in circles It’s a very very Mad world Mad world enlarged in your world Mad world